Viaggiare alla scoperta della Tuscia è, ogni volta, un vero e proprio tuffo nel passato, in un luogo che a tratti sembra essersi fermato nel tempo, tra antiche tradizioni che ancora oggi riemergono e caratterizzano l’intero territorio.
Tra queste tradizioni popolari, quella dell’arte della ceramica è forse una delle più antiche e interessanti, in grado di raccontarci non solo usi e costumi dell’antico popolo che un tempo dominava queste lande, ma anche l’arte che attraverso millenni è giunto sino a noi e che rivive grazie a molte botteghe storiche sparse in tutta la Tuscia.
Una tradizione antica
La tradizione viterbese di trasformare della semplice argilla in veri e propri oggetti d’arte di enorme valore è da attribuirsi all’antica civiltà etrusca.
È grazie a questo misterioso popolo, avvolto ancora oggi nella leggenda, che la ceramica viterbese è oggi nota in tutta Italia e all’estero.
Dalle necropoli etrusche, come quella di Tarquinia, ceramiche etrusche e provenienti dalla vicina Magna Grecia, hanno permesso di ricostruire l’enorme storia di un luogo antico come la Tuscia. Alcuni vasai del Sud Italia e della Grecia si stabilirono in passato nell’Etruria aprendo delle botteghe che, nel tempo, divennero famose e aiutarono a diffondere questa eccezionale forma d’arte. Le tecniche di lavorazione si evolsero nel tempo e i manufatti divennero sempre più elaborati e affascinanti, unici nel loro genere.
Tra questi, quello sicuramente più interessante e noto è rappresentato dal “bucchero”, una sorta di vaso realizzato mediante un processo di lavorazione che prevedeva l’impasto tra argille pregiate e ferro, mix che gli concedeva una consistenza porosa e fragile e un colore grigio scuro/nero.
Ancora oggi, dalle necropoli etrusche emergono artefatti meravigliosi, vecchi di millenni e sempre legati a una storia, come fossero tutti facente parte di un enorme mosaico ritraente la storia della Tuscia.
L’arte della ceramica, tuttavia, non mancò di caratterizzare anche il medioevo viterbese. Questo possiamo apprenderlo dalla meravigliosa “Zaffera”, una maiolica tipica dal decoro blu cobalto e in rilievo, originaria dell’area senese e poi giunta nella Tuscia. L’intenso blu, così come i riflessi vetrosi e il contrasto con il fondo bianco perlaceo hanno reso assai nota questa ceramica che oggi possiamo ammirare in molte botteghe e musei dei vari borghi.
Attraverso la ceramica della Tuscia, scoprendo borghi e tradizioni
Scoprire questa storia è uno dei viaggi più interessanti che si possa fare nel Viterbese.
Potremmo cominciare, dalla città di Acquapendente, ricca di storia e nota, per l’appunto, per la sua arte della ceramica. La tradizione locale per questa forma d’arte si diffonde a partire dal medioevo, così come ci raccontano i meravigliosi reperti presenti nei musei locali, come quello di Torre Julia de Jacopo o quello del Palazzo Vescovile, gestiti dalla Cooperativa Ape Regina, che da oltre 20 anni si occupa di valorizzare le ricchezze del territorio, permettendo a tutti i visitatori di apprendere le infinite meraviglie legate a tradizione e folclore locale.
Seguendo le tracce degli etruschi e della loro grande arte nella ceramica, possiamo raggiungere il piccolo e incantevole borgo di Grotte di Castro. Qui, a due passi dal lago di Bolsena, possiamo andare alla scoperta del Palazzo Comunale, realizzato su progetto del Vignola e ospitante un Museo archeologico dedicato all’antica popolazione locale.
Entrando ancora più nello specifico, potremmo infine visitare il quartiere di San Pellegrino a Viterbo. Nell’antica via maestra del quartiere, potremo fare la conoscenza di due delle artiste della ceramica viterbese oggi più note: Daniela Lai e Cinzia Chiulli. I loro laboratori d’arte rappresentano delle vere e proprie attrazioni in grado di farci tornare ai secoli passati, tra racconti di storia e, ovviamente, le meravigliose creazioni delle due artiste. Due appuntamenti imperdibili, in grado di rendere ancora più splendida e affascinante la nostra visita del capoluogo viterbese.
Tra i borghi da non perdere, anche quello di Tuscania, culla dell’arte etrusca. Il suo Museo Archeologico Tuscanese è tra i più grandi del territorio, ricco di reperti rinvenuti nell’area circostante, come nella necropoli della Madonna dell’Olivo e quella di Carcarello, in grado di raccontare una storia lunga centinaia e centinaia di anni. Una scusa perfetta per una passeggiata in questo paese dove si incontrano magnificamente i territori dell’Alto Lazio e della Toscana, caratterizzato da alte mura perfettamente conservate, grandi giardini pubblici e tante dimore storiche tutte da scoprire.
Scavando ancora più a fondo nella storia della Tuscia, possiamo infine raggiungere Valentano.
Il paese che si affaccia sul Lago di Bolsena, dominandolo dall’alto con le sue terrazze panoramiche, ci permette di raggiungere addirittura l’Era preistorica grazie ai tanti manufatti conservati nel Museo della Preistoria della Tuscia del Palazzo Comunale. Anche qui, incontriamo l’arte ceramica che risale dal Paleolitico fino a toccare l’Età moderna e l’Alto Medioevo, con una ricchissima collezione di reperti artistici legati alle famiglie Orsini e Farnese.