Tuscia terra dei Papi

La storia dei papi nella Provincia di Viterbo affonda le sue radici molto prima della trasformazione del capoluogo in Città dei Papi. Una vera e propria avventura attraverso i secoli, quella vissuta dalla Tuscia, che ha visto il territorio venire popolato da numerose civiltà, a partire da quella etrusca, le quali tracce, ancora oggi, la arricchiscono di aneddoti e misteri che possiamo scoprire viaggiando tra i suoi splendidi borghi.

Il Palazzo dei Papi di Viterbo, la Rocca dei Papi di Montefiascone, il Castello Orsini di Soriano… sono numerosi gli edifici storici che contrassegnano nella Provincia di Viterbo il passaggio di numerosi pontefici e altrettanti sono quei siti sacri, come la Cattedrale del Santo Sepolcro di Acquapendente, che rendono la Tuscia un territorio unico da esplorare. Altri, invece, sono i borghi che hanno semplicemente ospitato dei pontefici, come Vetralla, da dove Papa Eugenio III pare aver bandito la seconda Crociata il 1° dicembre 1145.

La Città dei Papi

La nostra visita alla scoperta della storia dei papi nella Tuscia non può che cominciare da Viterbo. Il capoluogo della provincia, anche grazie alla sua posizione centrale, rappresenta un punto di partenza perfetto. Il nostro soggiorno potrebbe cominciare presso una delle strutture termali che rendono famosa la città, come l’Hotel Salus Terme, ideale per provare con mano i benefici di quelle acque che proprio i papi, come Niccolò V, scelsero per curare i propri mali e rigenerarsi. Il grande albergo, situato poco al di fuori delle porte cittadine, abbastanza lontano dal traffico locale, ci permetterà di raggiungere facilmente il Palazzo Papale, sede pontificia dal 1257 fino al 1281.

Proprio tra queste mura, oggi perfettamente restaurate e conservate, vennero ospitati ben otto pontefici, ed è sempre qui che si svolse il primo e più lungo conclave della storia, quello del 1268-1217, che durò ben 1006 giorni. L’incredibile durata, data dalle divergenze dei cardinali su chi dovesse essere il prossimo papa, portò i cittadini di Viterbo all’esasperazione, tanto da decidere di scoperchiare il tetto del palazzo e lasciare gli uomini di chiesa al freddo finché non fossero giunti al termine dell’elezione. Ancora oggi, all’elezione di ogni nuovo pontefice, questo aneddoto viene spesso ricordato dai media.

La visita al Palazzo dei Papi offrirà inoltre una eccellente scusa per passeggiare e guardare da vicino il quartiere di San Pellegrino, il più grande quartiere medievale d’Europa. Proprio qui, all’interno del quartiere attraverso il quale i pellegrini della Via Francigena visitavano Viterbo per dirigersi alla Città Santa, incontreremo osterie tipiche e botteghe storiche, dove arti e mestieri di un tempo tornano ancora oggi in vita grazie ad artiste come Daniela Lai e Cinzia Chiulli, i quali laboratori di arte pittorica e ceramica sono oggi delle vere e proprie attrazioni per i turisti che vogliono scoprirne di più sull’affascinante storia locale.

Il Lago di Bolsena, residenza estiva dei papi

La rinomata bellezza placida del lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico di tutta l’Europa, non mancò di contagiare anche i pontefici nei secoli passati. A testimoniare questo amore per il l’ambiente locale, ci pensa ancora oggi la magnifica Rocca dei Papi di Montefiascone. Eretta da papa Innocenzo III e successivamente modificata, ampliata e ristrutturata più volte, la rocca costituì il centro degli affari politi dello Stato della Chiesa nella Tuscia e rappresentò, ovviamente, anche una magnifica residenza estiva per numerosi pontefici data la sua posizione privilegiata. Anche per questo, i borghi intorno al lago crebbero e prosperarono per un lungo periodo, rafforzandosi economicamente e legandosi sempre più strettamente con le tradizioni sacre.

Oggi, possiamo ammirare la devozione della popolazione locale grazie a un numero grandissimo di manifestazioni, eventi, rappresentazioni e chiese dal grande valore artistico. Nella bella Valentano, situata sulle colline antistanti al lago, ci attendono, per esempio, la Chiesa di Santa Maria, quella di Santa Croce e quella della Madonna del Monte, ricche di storia e meravigliosi affreschi.

A Gradoli, altro borgo ricco di tradizioni che si trova sulle sponde del lago di Bolsena, possiamo invece deliziarci con la visita delle Chiese di San Pietro in Vinculis, la Chiesa di San Vittore e quella San Magno. Da non perdere, se la nostra visita si dovesse svolgere nel periodo di Pasqua, è anche il celebre Pranzo del Purgatorio, evento legato alla tradizione cristiana che a Gradoli si svolge fin dal 1500 e dove possiamo assaporare le pietanze tipiche locali.

Una doverosa visita sarà anche quella dell’Isola Bisentina, antico possedimento papale che venne conquistata da papa Urbano IV e, successivamente, ceduta e riconquistata a più riprese dallo Stato della Chiesa. Oggi, l’isola è visitabile e facilmente raggiungibile dal prezioso borgo di Capodimonte. Il piccolo e affasciante paesino è uno dei fiori all’occhiello dell’intera provincia viterbese grazie alla sua bellezza. Qui, edifici storici come la Rocca Farnese e una lunga, verde passeggiata sul lungolago attendono la nostra visita che potrebbe dimostrarsi estremamente piacevole e salutare.

L’estremo nord della Tuscia, tra leggende e sacralità

La nostra visita alla scoperta della tradizione sacra del Viterbese non potrà non includere una visita alla bella Acquapendente, non a caso conosciuta per essere la “Gerusalemme della Tuscia”. La città, potente in passato grazie alla sua posizione che la rendeva un grande crocevia sulla Francigena e al confine tra gli importanti territori di Roma, di Siena e di Spoleto.

È proprio nel territorio di questa città medievale che in passato si scontrarono più volte gli eserciti di imperatori e papi ed è sempre qui che il popolo si sollevò contro il Sacro Romano Imperatore Federico Barbarossa, secondo la tradizione popolare, dopo un presagio miracoloso: la fioritura di un ciliegio secco da anni. Vittoriosi, gli aquesiani ringraziarono la Madonna con una festa, ancora oggi commemorata con la tradizionale Festa dei Pugnaloni della terza domenica di maggio.

La nostra visita alla meravigliosa e storica città non potrà poi escludere l’ingresso alla Concattedrale del Santo Sepolcro. È proprio questa riproduzione del luogo di sepoltura di Gesù, che ha permesso ad Acquapendente di conquistare l’appellativo di “Gerusalemme della Tuscia”. Secondo le storie locali, fu la regina Matilde di Westfalia, madre dell’Imperatore Ottone I, a far realizzare la grande chiesa nel X secolo. Oggi, possiamo ammirarne i meravigliosi interni e osservare, da vicino, il luogo dove viene conservata una delle pietre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, intrisa, secondo la tradizione del sangue del figlio di Dio.

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